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“Il filo dello Yoga”(La parola, 2011)
a cura di Ivano Gamelli e Carla Sgroi

212 pp., 22 euro

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Queste pagine vivono dell’insegnamento di Gérard Blitz. Sono infatti degli appunti presi negli innumerevoli incontri da lui tenuti col “Gruppo di Milano”. E’ stato scritto al ritmo lento e naturale del corpo, delle pause del respiro, dei suoi spazi di silenzio attivo. Anche la punteggiatura è stata omessa, affinché leggendo sia possibile penetrare nelle sospensioni del testo liberamente, con la propria personalità, la propria comprensione. Anche il linguaggio, semplice e preciso, rinvia continuamente all’esperienza di colui o colei che legge. Nel rispetto di tutto ciò, fra la pratica e la lettura non esiste separazione (Carla Sgroi, Ivano Gamelli).
A vent’anni dalla scomparsa di Gérard, i curatori del libro hanno donato i diritti d’autore all’Istituto Internazionale Ricerche Yoga (IIRY)

Sommario

INTRODUZIONE di Gérard Blitz

  1. LO YOGA PRELUDE A TUTTO (Nathamuni IX secolo, Il ritmo dell’essere, I due circuiti, Yoga e coscienza, La nozione impersonale di Dio)
  2. LE REGOLE DEL GIOCO (Il genio degli Yoga-Sutra di Patanjali, Il grande filo conduttore l’Astanga Yoga)
  3. I MEZZI (L’azione da asana e pranayama, La conseguenza dell’azione: Dhyana, L’esperienza spontanea dei Bandha, La pulsazione Brmhana-Langhana)
  4. LA TRASMISSIONE DELLO YOGA (La tecnica e il corpo, La creatività)
  5. LO SCOPO: VIVERE (La pratica a ogni istante, Abhyasa Vairagya, L’ego si dissolve)


Dall’Introduzione di Gèrard Blitz:

"La domanda che ci possiamo porre è quella di sapere perché pratichiamo lo Yoga. La risposta a questa domanda è semplice. Lo Yoga è un mezzo che ci permette di migliorare la qualità della nostra vita (…). Essenzialmente lo Yoga equilibra le nostre funzioni. Facilita la regolazione e la coordinazione involontaria del funzionamento estremamente complesso del corpo. E’ attraverso l’equilibrio del corpo, attraverso l’equilibrio fisiologico, che creiamo le condizioni per l’equilibrio psicologico, di cui noi siamo profondamente mancanti (…). C’è effettivamente un segreto nello Yoga. E’ racchiuso nella sua trasmissione che è iniziatica: avviene da una persona da un’altra (…). L’unità (lo Yoga) di cui si parla, riguarda il corpo e il mentale. Noi siamo prigionieri degli automatismi del circuito mentale, della dipendenza dalla memoria. La nostra vita è predeterminata poiché le nostre risposte sono predeterminate. La pratica dello Yoga consiste nel liberarci da questa dipendenza, nel ritrovare la libertà del pensiero e dell’azione e, per naturale conseguenza, la creatività e l’amore. Più semplicemente e profondamente, la disponibilità agli altri."

 

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